ellauri014.html on line 1508: Chi diede il nome a questa scuola fu GIAMBATTISTI MARINI , napoletano (1569-1625), che fu detto divino, che con la sua fama offuscò tutti i suoi contemporanei e fu l´ idolo di mezza Europa. La sua vita fu agitatissima, piena di trionfi e di dolori. Scacciato dal padre, trova protezione nel principe di Conca; per il ratto d´una fanciulla patisce il carcere; liberato, vi ritorna per aver falsificato alcune carte a favore di un amico; riuscito a fuggire si reca a Roma dove diviene gentiluomo del cardinale Aldobrandini; visita Ravenna; si reca a Torino nel 1608, è nominato da Carlo Emanuele I segretario di corte e cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro; assalito da GASPARE MURTOLA, ingaggia con lui una fierissima polemica che produce la Murtoleide e la Marineide e finisce con un colpo di pistola; accusato dal duca come autore di una satira contro di lui intitolata la Cuccagna, viene imprigionato; principi, re e regine...
ellauri030.html on line 1015: Si deus vult peccata, igitur facit; si non vult, tamen committuntur; erit ergo dicendus improvidus, vel impotens, vel crudelis, cum voti sui compos fieri aut nesciat, aut nequeat, aut neglegat. Näin sanoi joku Julius Caesar Vaninus. Siltä leikattiin ensin kieli ja sitten paistettiin.
ellauri090.html on line 156: et manifestatum est mihi quoniam bona sunt quae corrumpuntur, quae neque si summa bona essent neque nisi bona essent corrumpi possent; quia si summa bona essent, incorruptibilia essent, si autem nulla bona essent, quid in eis corrumperetur non esset. nocet enim corruptio et, nisi bonum minueret, non noceret. aut igitur nihil nocet corruptio, quod fieri non potest, aut, quod certissimum est, omnia quae corrumpuntur privantur bono. si autem omni bono privabuntur, omnino non erunt. si enim erunt et corrumpi iam non poterunt, meliora erunt, quia incorruptibiliter permanebunt. et quid monstrosius quam ea dicere omni bono amisso facta meliora? ergo si omni bono privabuntur, omnino nulla erunt: ergo quamdiu sunt, bona sunt. ergo quaecumque sunt, bona sunt, malumque illud quod quaerebam unde esset non est substantia, quia si substantia esset, bonum esset. aut enim esset incorruptibilis substantia, magnum utique bonum, aut substantia corruptibilis esset, quae nisi bona esset, corrumpi non posset. itaque vidi et manifestatum est mihi quia omnia bona tu fecisti et prorsus nullae substantiae sunt quas tu non fecisti. et quoniam non aequalia omnia fecisti, ideo sunt omnia, quia singula bona sunt, et simul omnia valde bona, quoniam fecit deus noster omnia bona valde. (7.12.18)
ellauri158.html on line 358: P. 2. axiom. 1. Hominis essentia non involvit necessariam existentiam, hoc est, ex naturae ordine tam fieri potest, ut hic et ille homo existat, quam ut non existat. [in: P. 2. prop. 10., prop. 11., prop. 30.]
ellauri158.html on line 1149: P. 5. axiom. 1. Si in eodem subiecto duae contrariae actiones excitentur, debebit necessario vel in utraque vel in una sola mutatio fieri, donec desinant contrariae esse. [in: P. 5. prop. 7.]
ellauri172.html on line 161: Il conte Vittorio Amedeo Alfieri (Asti, 16 gennaio 1749 – Firenze, 8 ottobre 1803) è stato un drammaturgo, poeta, scrittore e autore teatrale italiano. Teatraalinen auktori. Vihtori ja nippu Klaara kotkoja.
ellauri172.html on line 163: «Nella città di Asti, in Piemonte, il 17 gennaio dell'anno 1749, io nacqui di nobili, agiati ed onesti parenti». Così Alfieri presenta se stesso nella Vita scritta da esso, autobiografia stesa, per la maggior parte, intorno al 1790, ma completata solo nel 1803. Alfieri ebbe un'attività letteraria breve ma prolifica e intensa; il suo carattere tormentato, oltre a delineare la sua vita in senso avventuroso, fece di lui un precursore delle inquietudini romantiche.
ellauri172.html on line 165: Come la gran parte dei piemontesi dell'epoca, Vittorio Alfieri ebbe come madrelingua il piemontese. Giacché di nobili origini, apprese dignitosamente il francese e l'italiano, cioè il toscano classico. Compilava piccoli vocabolari. Dopo una giovinezza inquieta ed errabonda, si dedicò con impegno alla lettura e allo studio di Plutarco, Dante, Petrarca, Machiavelli e degli illuministi come Voltaire e Montesquieu: da questi autori ricavò una visione personale razionalista e classicista, convintamente anti-tirannica e in favore di una libertà ideale, al quale unì l'esaltazione del genio individuale tipicamente romantica.
ellauri172.html on line 167: Si entusiasmò per la Rivoluzione francese, durante il suo soggiorno parigino, nel 1789, ma ben presto, a causa del degenerare della rivoluzione dopo il 1792, il suo atteggiamento favorevole si trasformò in una forte avversione per la Francia. Tornò in Italia, dove continuò a scrivere, opponendosi idealmente al regime di Napoleone, e dove morì, a Firenze, nel 1803, venendo sepolto tra i grandi italiani nella Basilica di Santa Croce. Già dagli ultimi anni della sua vita Alfieri divenne un simbolo per gli intellettuali del Risorgimento, a partire da Ugo Foscolo.
ellauri172.html on line 168: Alfieri oli illuminaatti kunnes käänsi kelkkansa. Illuminaatit on ketkuja valistustyyppejä. Humanistisia eli ateistisia talousliberaaleja! Ihmekö tuo että teologiset taantumustyypit ja retardit vastustavat niitä.
ellauri172.html on line 179: Tra il 1766 e il 1772, Alfieri cominciò un lungo vagabondare in vari stati dell'Europa. A L'Aia visse il suo primo vero amore con la moglie del barone Imhof, Cristina (descriverà i precedenti sentimenti come "amorucci"). Costretto a separarsene per evitare uno scandalo, tentò il suicidio, fallito per il pronto intervento di Francesco Elia, il suo fidato servo, che lo seguiva in tutti i suoi viaggi.
ellauri172.html on line 186: Il visconte, scoperta la tresca, sfidò a duello l'Alfieri, che rimase ferito a un braccio lievemente.
ellauri172.html on line 194: Nell'ottobre del 1777, mentre terminava la stesura di Virginia, Alfieri conobbe la donna che lo tenne a sé legato per tutto il resto della vita, e che definì come il "degno amore": la principessa Luisa di Stolberg-Gedern, contessa d'Albany, moglie di Carlo Edoardo Stuart, pretendente giacobita al trono di Gran Bretagna, secondo la successione Stuart.
ellauri172.html on line 199: Nel 1789, Alfieri e la sua compagna furono testimoni oculari dei moti rivoluzionari di Parigi.
ellauri172.html on line 203: Saul è una tragedia di Vittorio Alfieri in endecasillabi sciolti strutturata in cinque atti. La vicenda, tratta dalla Bibbia, è incentrata sulle ultime ore di Saul, nell'accampamento militare di Gelboè durante la guerra contr
ellauri172.html on line 216: fieri_e_Carlo_Emanuele_IV.jpg" width="70%" />
ellauri172.html on line 219: In settembre Alfieri viene colpito da un nuovo attacco di gotta, un male che lo tormenta da tempo, nonché da erisipela, a cui seguirà una grave malattia di stomaco. La salute dello scrittore peggiora; è stato ipotizzato che nella parte finale della sua vita Alfieri soffrisse di malattia cardiovascolare, oppure di un tumore gastrointestinale o di uremia, stadio finale della malattia renale cronica.
ellauri172.html on line 222: Dopo un breve periodo di altalenanti problemi di salute e attacchi di gotta e artrite, in cui diminuì il cibo per i problemi gastrici ma continuò a lavorare alacramente. il 3 ottobre 1803 si ammalò gravemente di una febbre gastrointestinale, da cui inizialmente sembrò rimettersi. Tuttavia, alcuni giorni dopo, Vittorio Alfieri si spense improvvisamente a Firenze l'8 ottobre 1803 all'età di 54 anni, probabilmente a causa di infarto cardiaco. Alfieri ebbe un malore, riuscendo solo a far chiamare la contessa d'Albany, a cui aveva lasciato i suoi beni per testamento, e poco dopo, seduto sul letto, si accasciò e non riprese più conoscenza. Vänrikki Nappulassa oli paljon samaa kuin 8kk nuoremmassa Goethessa. Vänrikki Nappula ei tosin perustanut Napsusta.
ellauri368.html on line 87: LEBENSOHN, MICAH JOSEPH (tunnetaan myös nimellä Mikhal; 1828–1852), yksi *Haskalahin merkittävimmistä heprealaisista runoilijoista. Vilnassa syntyneen Abraham Dov *Lebensohnin (Adam ha-Kohen), joka oli aikansa johtava intellektuelli ja yksi sen merkittävimmistä runoilijoista, poika Micah Lebensohn sai perusteellisen heprealaisen koulutuksen, mukaan lukien intensiivisen Raamatun tutkimisen. Toisin kuin muut hänen aikansa nuoret, jotka joutuivat kamppailemaan voidakseen opiskella maallisia aineita, Lebensohn oli yksityisopetuksessa saksaa, puolaa, venäjää ja ranskaa. Hän osoitti jo varhaislapsuudessa suurta kiinnostusta kirjallisuuteen ja aloitti kirjallisen toiminnan hepreantamalla saksalaista runoutta. Hänen 19-vuotiaana käännettyä suurimman osan Vergilin Aeneidin toisesta kirjasta Schillerin saksankielisestä versiosta (97 säkeistöä) vahvisti Lebensohnin maineen Vilnan kirjallisuusmaailmassa. Vuotta myöhemmin hän käänsi Vittorio Alfierin näytelmän Saul nimellä Aḥarit Sha'ul. (Kaikista säilyneistä kopioista osia käännöksestä puuttuu.) 17-vuotiaana Lebensohn sairastui vakavasti tuberkuloosiin ja hänet lähetettiin Berliiniin sairaanhoitoon. Lääkäreiden neuvosta hän kokeili Salzbrunnin kylpylää vuonna 1849, mutta palasi Berliiniin talvella. Seuraavan kesän hän vietti Reinerzin kylpylässä, jossa hänen tilansa parani, ja siellä hän kirjoitti parhaan teoksensa. Talven tullessa hän sai shuubin ja palasi isänsä kotiin Vilnaan, missä hän kuoli 24-vuotiaana.
ellauri389.html on line 123: Around 1811 Charles Lloyd started suffering from auditory hallucinations and "fits of aberration" that resulted in his being confined to an asylum; first at The Retreat, followed by a private asylum at Gretford in Lincolnshire. From 1813 to 1815 he translated nineteen tragedies of Vittorio Alfieri into blank verse (revised and augmented to twenty-two in 1876 by Edgar Alfred Bowring). In 1818 he escaped and turned up at De Quincey's cottage, claiming to be the devil, but managed to reason himself out of that conviction. Soon after he recovered, temporarily, and rejoined his wife in London. A small volume of poems in 1823 ended this burst of creativity, and from that time almost nothing is known of him. He died near Versailles, France, in 1839 aged 63.
ellauri389.html on line 401: It was probably about 1811 that Lloyd began to suffer from the distressing auditory illusions so powerfully described by De Quincey, and from the "slight and transient fits of aberration, flying showers from the skirts of the clouds that precede and announce the main storm." A serious illness is mentioned in July 1813. De Quincey seems to intimate that Lloyd undertook his translation of Alfieri as a means of diverting his mind. It appeared in 1815, with a dedication to Southey, who reviewed it in the Quarterly, vol. xiv., and might have spoken with warmer acknowledgment of its homely force and strict accuracy. But didn't.
xxx/ellauri113.html on line 269: Nyze on deflatoitunut kuin Montgolfierin kuumailmapallo jolla tahtoi matkustaa vastoin isän tahtoa - Casanovako se oli? Jo unohdin.
xxx/ellauri128.html on line 70:
Odi et amo. Quare id faciam fortasse requiris. Nescio sed fieri sentio et excrucior.