xxx/ellauri167.html on line 52: Francesca è presentata come una donna colta, esperta di letteratura amorosa (cita indirettamente lo Stilnovo e Andrea Cappellano, quindi conosce i dettami dell'amor cortese). Attraverso il suo personaggio Dante compie una parziale ritrattazione della sua precedente produzione poetica (stilnovistica e, soprattutto, delle Petrose), che avendo l'amore come argomento poteva spingere il lettore a mettere in pratica gli esempi letterari e cadere nel peccato di lussuria. Francesca è il primo dannato che pronuncia un discorso nell'Inferno dantesco, mentre Guido Guinizelli (citato indirettamente dalla donna) e il trovatore provenzale Arnaut Daniel saranno gli ultimi penitenti a dialogare con Dante nel Purgatorio (Canto XXVI), colpevoli anche loro di lussuria e produttori di quella letteratura amorosa di cui Francesca era stata appassionata lettrice.
xxx/ellauri167.html on line 212: Dopo una prima mezzora noiosa e decisamente troppo dialogata, il film migliora un po' col passare dei minuti, con alcuno pelle nuda anche se nel complesso non mi sentirei di "salvarlo", senza cazzi duri entrando in culo. Infatti tutto il discorso sulla contestazione giovanile è invecchiato terribilmente, ed i rimandi psicologici presenti in sceneggiatura sono a dir poco forzati.
xxx/ellauri167.html on line 213: Il discorso psicanalitico si intreccia con l'emancipazione giovanile, raccontata senza alcun riferimento politico ma come scappatoia dal tedio (i ragazzi sono tutti benestanti) e dal modello sociale della scorsa generazione. Meritava un maggiore approfondimento il secondo discorso, abbozzato nelle prime scene, mentre assume rilievo il rapporto tra i due fratelli, quello in cui il regista (che monta e cura la fotografia) sembra avere meno da raccontare, tanto che certi dialoghi risultano ridondanti e annoiano.
3