ellauri158.html on line 220: P. 1. prop. 16. Ex necessitate divinae naturae infinita infinitis modis (hoc est, omnia, quae sub intellectum infinitum cadere possunt) sequi debent. [in: P. 1. prop. 17., prop. 17. schol., prop. 25. schol., prop. 26., prop. 29., prop. 33., prop. 34., prop. 36., app., P. 2. praef., prop. 3., prop. 3. schol., prop. 44. coroll. 2., prop. 45. schol., P. 4. praef., prop. 4., P. 5. prop. 22.]
ellauri158.html on line 221: -- P. 1. prop. 16. coroll. 1. Hinc sequitur, Deum omnium rerum, quae sub intellectum infinitum cadere possunt, esse causam efficientem. [in: P. 1. prop. 17. schol., prop. 18., prop. 34.]
ellauri172.html on line 181: Al compimento del ventesimo anno di età, quando, entrando in possesso della sua cospicua eredità, decise di lasciare nuovamente l'Italia. Fallisce intanto un tentativo del cognato di combinargli un matrimonio con una ragazza nobile e ricca, la quale, pur affascinata dal giovane "dai capelli e dalla testa al vento", alla fine farà cadere la sua scelta su un altro giovane dall'indole più tranquilla.
xxx/ellauri167.html on line 52: Francesca è presentata come una donna colta, esperta di letteratura amorosa (cita indirettamente lo Stilnovo e Andrea Cappellano, quindi conosce i dettami dell'amor cortese). Attraverso il suo personaggio Dante compie una parziale ritrattazione della sua precedente produzione poetica (stilnovistica e, soprattutto, delle Petrose), che avendo l'amore come argomento poteva spingere il lettore a mettere in pratica gli esempi letterari e cadere nel peccato di lussuria. Francesca è il primo dannato che pronuncia un discorso nell'Inferno dantesco, mentre Guido Guinizelli (citato indirettamente dalla donna) e il trovatore provenzale Arnaut Daniel saranno gli ultimi penitenti a dialogare con Dante nel Purgatorio (Canto XXVI), colpevoli anche loro di lussuria e produttori di quella letteratura amorosa di cui Francesca era stata appassionata lettrice.
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